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12 marzo 2015

La psicologia arbitrale parte 3 - di Filippo Massimo Gomez


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La psicologia arbitrale parte 3 - di Filippo Massimo Gomez


Ognuna di queste linee di pensiero rappresenta una caratteristica intrinseca della persona, difficile da accettare con obiettività ma credo si possa dire con certezza che:
Quando una persona accampa pretesti per evitare il fallimento, attribuendo al caso o alla fortuna i suoi successi, e a lui i suoi fallimenti, siamo di fronte ad una persona molto pessimistica che difficilmente arriverà a un risultato positivo di fronte ad una sfida.
Quando qualcuno, crede con convinzione che le cose riescono bene solo grazie alle proprie attitudini e che quelle che riescono cattive sono esclusivamente colpa degli uni o degli altri, difficilmente sarà capace di arrivare a sfide nuove, perché non riconoscendo i propri errori difficilmente,  avrà l’umiltà di imparare da questi ultimi.
Qual è il modo corretto di coniugare questi aspetti, specialmente nell’arbitraggio?
Trovare un equilibrio fra quelli che sono i propri desideri e le proprie possibilità.
Affrontare le sfide senza temere di fallire, presupponendo che l’imponderabile è sempre dietro l’angolo, gli errori possono sempre essere commessi l’importante è non restare sugli stessi.
Se si sbaglia, dargli l’importanza che merita, essere consapevole degli errori commessi, valutarli, analizzarli, per far sì che l’esperienza maturata  possa servire sicuramente alla prima occasione utile.
Non considerarsi il responsabile assoluto di tutto ciò che è accaduto, ma analizzare con coscienza e obiettività l’accaduto e trarne le dovute considerazioni per tramutarle in esperienza da utilizzare alla prima occasione.
Assumersi le proprie responsabilità, non evitarle e soprattutto non scaricarle.
Per prendere coscienza delle cose sopra citate è necessario, prima di tutto essere umili, conoscersi bene, meditare sul proprio modo di pensare e di essere, sapere come affrontare nuove sfide consapevoli di porsi di fronte a loro nel modo giusto. Inoltre, non ultimo imparare con obiettività a stabilire sfide, mete, obiettivi.
  1. Mete e obiettivi
Una meta è il conseguimento di uno specifico scopo avente un certo grado di difficoltà, generalmente in una durata avente un tempo limitato. Sapere come stabilire mete o obiettivi è fondamentale, principalmente nelle prime fasi di formazione.
Perché è così importante imparare come stabilire le proprie mete?
Perché aumentano la motivazione e l’autostima.
Perché esse dirigono, mantengono e aumentano l’attenzione, lo sforzo, la motivazione, l’autostima e il risultato.
Perché evitano di disperdere l’attenzione, le energie, gli investimenti, lo sforzo e l’azione verso cose ritenute accessorie o aspetti non importanti.
Perché fanno in modo che si abbia un punto di partenza e uno di arrivo.
Perché evitano la creazione di false illusioni.
Perché evitano i fallimenti, qualche volta precoci, del tipo: una promozione non arrivata dopo un determinato tempo.
Perché favoriscono il superamento delle fasi di stanchezza e dei cali di tensione.
2.1. Caratteristica che deve avere una meta per essere ben formulata.
  1. A) E’ assolutamente fondamentale che una meta sia stilata in maniera del tutto obiettiva. Soltanto così noi sapremo quello che dobbiamo fare per raggiungerla, eventuali anticipi di cui potremmo usufruire o conseguimenti di obiettivi in tempi più brevi di quelli prefissati, andranno presi con la giusta considerazione, con umiltà e non dovranno farci pensare di essere dei geni o dei fenomeni. Un esempio calzante riferito a una partita di pallanuoto potrebbe essere quello dell’attribuzione di un rigore: va dato al tempo giusto, non in anticipo né in ritardo, con obiettività e senza interpretazioni personali: Io devo alzare il braccio disteso, mostrare la mano destra e le cinque dita; stabilisco un contatto visivo con il difensore: indico soltanto quel giocatore (è necessario perché potrebbero esserci più di un giocatore nell’area); indico poi il suo numero così che tutti vedono e capiscono, in seguito indico al tavolo della giuria senza comunque perdere di vista il campo. Esempio: la meta per ottenere delle buone segnalazioni non può essere formulata in un modo soggettivo: pensando che devo indicare bene (e null’altro), la nostra indicazione personale potrebbe essere non conforme a quelle che sono le regole e provocare all’interno della partita, l’incomprensione delle nostre decisioni ai protagonisti di una partita con conseguenti danni irreparabili alla stessa.”
  2. B) Pensare di fare bene una cosa potrebbe già significare stabilire una meta. Pensare di arrivare ad arbitrare una finale olimpica a inizio carriera è solamente esprimere un desiderio.
Ogni meta è individuale, poiché ciascuno di noi conosce bene se stesso o almeno dovrebbe e sa bene quali potrebbero essere i propri obiettivi. Ogni meta è e deve essere individuale.
Esempi di mete individuali: ottenere una buona segnalazione, trovare una migliore posizione sul bordo vasca, migliorare i tempi d’intervento etc.
Le mete volte poi ai risultati finali, dipendono spesso da terze persone, sono perciò meno verificabili e più difficili da correggere.
Esempi di mete volte ai risultati: arrivare una certa categoria, dirigere partite di difficoltà elevata etc..
  1. C) Una meta deve essere specifica
Nella loro formulazione: quello che farò.
Nella loro data: quando lo farò.
Nella loro strategia: come lo farò.
Esempio: “In una partita io devo essere capace di accordare un tiro di rigore quando il fallo c’è, senza indugi, al momento appropriato, con un buon movimento del corpo ed emettendo la segnalazione con fermezza e sicurezza.
  1. D) Dobbiamo essere in grado di dare priorità alle cose ed avere l’abilità di sapere quello di cui abbiamo bisogno per arrivare alla meta. Tornando all’esempio del fallo da rigore, devo lavorare per trovare la miglior posizione, poi lavorerò per capire lo svolgersi dell’azione. Solo se sarò nella giusta posizione, potrò vedere lo svolgersi dell’azione e, di conseguenza, con tranquillità potrò poi sanzionare.
  2. E) devono essere formulate in modo tale da evitare risultati negativi.
  3. F) Mete e obiettivi devono essere compatibili l’un l’altro.
  4. G) Gli obiettivi devono essere flessibili, verificabili step by step e modificabili, se necessario, in corso d’opera.
  5. H) Devono avere un certo livello di difficoltà, essere realistiche, poiché, se sono facili, il loro conseguimento non innescherà motivazione. Se invece sono difficili, noi saremo demotivati quando non vediamo il loro raggiungimento in tempi ragionevoli e prefissati.
  6. I) dobbiamo prefissarci mete intermedie, poiché il loro conseguimento ci motiverà per persistere nell’obiettivo finale. Se ci poniamo obiettivi a lunga durata, saremo demotivati quando vediamo che questi tardano ad arrivare, mentre il raggiungimento di obiettivi a medio termine sarà stimolante per la ricerca di quello successivo.
  7. K) Un ottimo consiglio potrebbe essere quello di annotare le mete prefissate per ricordarle e mantenere vivo l’interesse verso le stesse.
  8. L) essere consapevoli dei risultati raggiunti e degli effetti benefici che ci hanno portato ci spinge ulteriormente alla realizzazione di mete nuove.
  9. I Pensieri inconsci e irrazionali.
Determinate categorie di pensieri, possono alterare la nostra motivazione e far scemare la fiducia in noi stessi. Questa classe di pensieri possono essere comuni anche alla vita quotidiana e apparire in una partita che stiamo arbitrando. È molto importante riconoscere e controllare questa categoria di pensieri perché essi hanno un impatto sui nostri sentimenti e conseguenza sul nostro comportamento. Se i nostri pensieri sono positivi, avremo una più grande fiducia in noi e miglioreremo il nostro prodotto. D’altra parte il controllo dei nostri pensieri ha un impatto nell’interezza delle capacità psicologiche che sono necessarie per portare al termine il nostro compito.
3.1. Quali e cosa sono i pensieri irrazionali e devianti?
Sono pensieri che provocano effetti contrastanti ed emotivi.
La loro base è la polarizzazione che equivale a dire, la tendenza a vedere e valutare le cose in termini assoluti (bianco / nero, successo / fallimento).
Sono espressi in forma di necessità (io “Devo… “, Io sono costretto… “, ecc.).
Quando ci prefiggiamo un obiettivo, potremmo avere emozioni che interferiscono nel conseguimento del risultato finale, condizionando lo stato d’animo e di conseguenza il comportamento. Essi danno origine a stati di ansia che ci destabilizzano, non ci consentono di essere noi stessi, non ci permettono di lavorare con tranquillità e nel modo giusto. Rifiutarli e/o controllarli è essenziale ma prima bisogna individuarli. Avere pensieri irrazionali e/o devianti non è strano, la cosa negativa è permettere  loro di invaderci, persistere e perturbarci. Se sono frequenti, si potrebbe fare un elenco di pensieri soliti e negativi e scrivere al lato il pensiero che corrisponde alla situazione positiva.
3.2. Tipi di pensieri più frequenti e irrazionali
Di seguito elenchiamo una serie di pensieri più frequenti e irrazionali che ricorrono nella vita quotidiana e nell’arbitraggio.
  1. Necessità di approvazione
Del bisogno da parte dell’arbitro di sapere da terzi al termine di una partita com’è stata la sua prestazione, cercando apprezzamenti e approvazioni per avere una maggiore tranquillità.
Nel contesto generale di una partita provare disagio se non si è accettati dai colleghi, dal delegato e dal Centro Tecnico
In una partita non sentirsi accettati nelle critiche del pubblico, dai giocatori, dai tecnici.
Come conseguenza di tutto questo, il pensiero, le azioni e le energie saranno finalizzati per trovare quest’approvazione generale e non alla tutela della partita, snaturando quelle che sono le nostre caratteristiche e di conseguenza non avendo più feeling con la stessa.
  1. Il successo personale dipende dalla perfezione assoluta
Nell’arbitraggio, se non si raggiunge una certa categoria o se non si dirigono importanti partite, si pensa di non avere un certo valore personale e non si è perfetti e idonei.
Nessuno è esente da errori, anche in compiti in cui si è dimostrato generalmente competente.
Nessuno è bravo ed esperto nelle attività che inizia a intraprendere.
Ognuno che non si è dimostrato bravo e competente nell’attività intrapresa ha dovuto fare sacrifici per diventarlo.
  1. Catastrofismo.
Pensare che è terribile e catastrofico non realizzare gli obiettivi che avevamo prefissato.
I desideri non necessariamente sono necessità.
Le conseguenze del fallimento possono essere estreme: se noi non scaliamo di categoria, smettiamo di arbitrare, ma  bisogna ricordare  che: “Volere una cosa non è necessariamente averla”.
L’errore non è un fallimento.
Tra l’obiettivo e il vero fallimento c’è una grande quantità di sfumature.
  1. Essere preparato quando non tutte le cose vanno per il verso giusto
Sapere ed essere coscienti che ci sono persone che godono non per quello che fanno e per gli obiettivi che conseguono, ma per gli errori altrui.
Si pensa spesso agli aspetti negativi della vita, preparandoci a delle sconfitte improvvise che possono venire, ma senza alcuna certezza che accadranno.
C’è chi pensa solamente ad accedere alla categoria superiore e non alla quantità di sacrifici da investire.
  1. La fatalità è incontrollabile.
Essere consapevole che a volte non si può fare nulla per evitare spiacevoli situazioni.
Troppo spesso si da un’attribuzione esterna alla responsabilità dei fallimenti.
Se si da un’attribuzione interna ai successi, appare l’egocentrismo.
Quasi sempre si crede che il successo di altri e il proprio fallimento siano dovuti all’intervento di terze persone, in tal caso si è solo ossessionati dal pensiero che si faccia del favoritismo.
Pensando a quest’ultima frase non si può cadere nell’errore di sete di giustizia a tutti i costi, anche quello di farla in maniera del tutto sommaria.
Non possiamo controllare tutto ciò che accade intorno a noi.
Possiamo contribuire al nostro benessere senza farci influenzare da fattori esterni.
  1. Sete di giustizia.
C’è chi crede che un certo tipo di persone abbia un’indole essenzialmente cattiva, che infanga le potenzialità e gli obiettivi degli altri e pretende che venga fatta giustizia a tutti i costi.
Ci sono arbitri ossessionati dall’arrivare ad un obiettivo a tutti i costi e per questa ragione criticano colleghi, allenatori e giocatori attribuendo loro difetti, infangandoli. Questi arbitri non dovrebbero avere successo ed essere dismessi, perché non in sintonia con le linee guida dettate dal comportamento etico dell‘arbitro
È possibile che alcune persone effettivamente abbiano questi modi di fare, ma il nostro compito è solo quello di condannarle, denunciarle agli organi competenti e proseguire per le nostre mete ed obiettivi.
  1. È più facile evitare certe responsabilità e difficoltà che affrontarle.
Questo è il comportamento di chi crede al successo basato sull’evitare i problemi ed esentarsi dalle responsabilità e di risolverne le conseguenze negative.
  1. Generalizzazioni.
Fare delle statistiche avendo a disposizione esigue quantità di dati è come una superstizione.
Per esempio, credere che con una certa giuria le cose andranno sempre male perché noi abbiamo avuto problemi con loro in un paio di partite. Dobbiamo scoprire le ragioni per le quali le cose non sono andate per il verso giusto per fare in modo che in una prossima occasione le cose vadano meglio. Identificando queste motivazioni e lavorando per cambiarle, le cose andranno necessariamente meglio.
3.3. Le strategie per controllare i pensieri irrazionali e inconsci
  1. A) Individuazione e loro sostituzione.
Questa strategia può essere utile specialmente quando pensieri negativi ci assaltano all’interno di una partita.
Prima cosa da fare è cercare di capire quando questi pensieri stanno violando la nostra tranquillità, riconoscerli, fermarli, se il caso riflettere un attimo e immediatamente ritrovare il nostro equilibrio.
Seconda cosa da attuare è sostituire il pensiero negativo con un altro di positivo, al fine di ricondurre la partita sul giusto binario.
Le variazioni sono infinite. Evidenziamo di seguito alcune probabili soluzioni:
  1. Si ha la sensibilità che un problema stia per accadere – Come mi devo comportare? Prendere la decisione giusta al fine, di prevenire situazioni che complicherebbero il buon andamento della gara.
  2. Definire il problema – Che dovrei fare? – Intervenire nel minor tempo possibile con autorevolezza per evitare il degenerare della situazione.
  3. Focalizzarsi sul problema concreto stando attento alle situazioni che vanno a crearsi, concentrato e pronto a intervenire.
  4. Condizionarsi in positivo a fronte di adeguati interventi del tipo “Sono intervenuto nel momento giusto, sto facendo bene“.
  5. Verbalizzazione degli errori. Non sono intervenuto, devo essere più attento.
  6. Valutare il perché ero fuori in quella tipologia di azione: sto facendolo molto bene nelle espulsioni, ma dovrei essere più attento sul perimetro e lavorare per migliorare quest’aspetto.



Arbitraje Psicología Parte 3 - Filippo Massimo Gómez

[Part 1] [Parte 2]

Cada una de estas líneas de pensamiento es una característica intrínseca de la persona, objetivamente difícil de aceptar, pero creo que podemos decir con certeza que:

Cuando una persona que acampan pretextos para evitar la quiebra, atribuir a la casualidad o la suerte de sus éxitos, sus fracasos y con él, estamos frente a un muy pesimista que apenas llegan a un resultado positivo en la cara de un desafío.

Cuando alguien cree con convicción que las cosas van bien sólo gracias a sus conocimientos, y que los que tienen éxito son malos sólo culpable de uno o el otro, apenas será capaz de llegar a nuevos retos, porque no reconocen sus errores difíciles, tendrán la 'humildad para aprender de ellos.

¿Cuál es la forma correcta de combinar estos aspectos, sobre todo en el arbitraje?

Encontrar un equilibrio entre los que tienen sus propios deseos y sus propias posibilidades.

Frente a los desafíos sin miedo al fracaso, asumiendo el imponderable está siempre alrededor de la esquina, los errores siempre se pueden hacer, lo importante no es permanecer en el mismo.

Si comete un error, darle la importancia que merece, ser conscientes de los errores, evaluarlos, analizarlos, para asegurar que la experiencia adquirida puede servir definitivamente en la primera oportunidad.

No se considera el absoluto responsable de todo lo que pasó, pero a conciencia y de manera objetiva analizar lo ocurrido y sacar las consideraciones necesarias para convertirlos en la experiencia de utilizar en la primera oportunidad.

Asumir la responsabilidad, no evitarlos, y sobre todo no descargarlos.

Tomar conciencia de las cosas mencionadas anteriormente es necesario, en primer lugar, ser humilde, se conocen bien, medita en su manera de pensar y de ser, saber cómo hacer frente a los nuevos retos conscientes de frente a ellos de la manera correcta. Por otra parte, no menos importante aprender a determinar objetivamente retos, metas, objetivos.

Metas y objetivos
Un objetivo es lograr un propósito específico que tiene un cierto grado de dificultad, generalmente en un período que tiene un tiempo limitado. Sepa cómo establecer metas u objetivos es esencial, sobre todo en las primeras etapas de la formación.

¿Por qué es tan importante aprender cómo determinar sus metas?

Debido a que aumentan la motivación y la autoestima.

Debido a que administrar, mantener y aumentar la atención, el esfuerzo, la motivación, la autoestima y el resultado.

Porque evitan para dispersar la atención, la energía, la inversión, el esfuerzo y la acción hacia las cosas consideradas auxiliares o aspectos no es importante.

Porque hacen de modo que tenga un punto de partida y un destino.

Porque evitan la creación de falsas ilusiones.

Porque evitan los fracasos, a veces temprano, como, no un ascenso se produjo después de un tiempo especificado.

Debido a que están a favor de la superación de las etapas de la fatiga y las caídas de tensión.

2.1. Característica que tiene que tener una meta para estar bien formulado.

A) Es absolutamente esencial que un objetivo se ha redactado de una forma totalmente objetiva. Sólo entonces sabremos lo que tenemos que hacer para llegar allí, donde pudimos disfrutar de los anticipos o logros de metas en un tiempo más corto que conjunto, se tomará con la debida consideración, con humildad y no tendremos que hacernos pensar que los genes o fenómenos . Un ejemplo de ello se refiere a un partido de polo del agua podría ser la concesión de una pena: hay que darle en el momento adecuado, no antes o después, de manera objetiva y sin interpretaciones personales: tengo que levantar el brazo estirado, mostrar la mano derecha y los cinco dedos; Establezco contacto visual con el defensor: indico sólo ese jugador (es necesario ya que puede haber más de un jugador en la zona); Señalo a continuación su número de modo que todo lo que ven y entienden, después señalo a la mesa del jurado sin perder de vista el campo. Ejemplo: el objetivo de conseguir buenos informes no puede formularse de una manera subjetiva: pensar que debo indicar también (y nada más), nuestro personal de orientación podría no ajustarse a lo que son las reglas y dar lugar a la juego, la falta de comprensión de nuestras decisiones a los protagonistas de un juego que resulta en un daño irreparable a la misma ".
B) Para pensar en hacer algo bien, incluso podría significar establecer una meta. Piense en venir a arbitrar una temprana carrera final olímpica es sólo un deseo.
Cada meta es individual, porque cada uno de nosotros conoce a sí mismo o al menos debe saber bien y lo que podría ser sus objetivos. Cada destino es y debe ser individual.

Ejemplos de metas individuales: conseguir una buena señal, la búsqueda de una mejor posición en la piscina, mejorar los tiempos de respuesta, etc.

A veces los objetivos continuación, los resultados finales son a menudo terceras personas dependientes, por lo tanto son menos controlables, y más difícil de corregir.

Ejemplos de objetivos a veces resultados: conseguir una cierta categoría, dirigiendo partidos de alta dificultad, etc ..

C) Una meta debe ser específica
En su formulación: ¿qué voy a hacer.

En la fecha en que lo hará.

En su estrategia: como yo quiero.

Ejemplo: "En un juego que tengo que ser capaz de otorgar un tiro penal cuando la falta es, sin demora, en el momento adecuado, con un buen movimiento del cuerpo y que emite la señal con firmeza y seguridad.

D) Tenemos que ser capaces de dar prioridad a las cosas y tener la capacidad de saber lo que tenemos que llegar a la meta. Volviendo a la falta penal, tengo que trabajar para encontrar la mejor posición, entonces voy a trabajar para comprender se desarrolla la acción. Sólo si estoy en la posición correcta, puedo ver se desarrolla la acción y, por lo tanto, puedo sancionar con calma.
E) debe formularse a fin de evitar resultados negativos.
F) Las metas y objetivos deben ser compatibles entre sí.
G) Los objetivos debe ser flexible, paso a paso y verificable modificado, si es necesario, durante la construcción.
H) debe tener un cierto nivel de dificultad, para ser realistas, porque, si son fáciles, su logro no se disparará la motivación. Si son difíciles, estaremos desmotivado cuando miramos para alcanzarlos en un plazo razonable y ajustado.
I) que nos hemos fijado waypoints, ya que alcanzar el objetivo final nos motivará a persistir. Si nos fijamos objetivos a largo plazo, vamos a estar desmotivados cuando vemos que éstos tardan en llegar, y el logro de objetivos en el mediano plazo a ser un reto para la búsqueda de la siguiente.
K) Un buen consejo sería para anotar los objetivos declarados de recordar y mantener vivo el interés de la misma.
L) estar al tanto de los resultados obtenidos y los efectos beneficiosos que han llevado a nosotros nos empuja aún más a la realización de nuevas metas.
Pensamientos inconsciente e irracional.
Algunas categorías de pensamientos que pueden afectar nuestra motivación y para disminuir la confianza en nosotros mismos. Esta clase de pensamientos puede ser común a la vida diaria y también aparecerá en un juego que estamos juzgando. Es muy importante reconocer y controlar esta clase de pensamientos, ya que tienen un impacto en nuestros sentimientos y nuestro comportamiento en consecuencia. Si nuestros pensamientos son positivos, vamos a tener más confianza en nosotros y mejorar la calidad de nuestro producto. Por otro lado el control de nuestros pensamientos tiene un impacto en la totalidad de las capacidades psicológicas que son necesarias para poner fin a nuestra tarea.

3.1. ¿Qué y cuáles son los pensamientos irracionales y desviada?

Son pensamientos que provocan efectos contrastantes y emocional.

Su base es la polarización, es decir, la tendencia a ver y evaluar las cosas en términos absolutos (negro / blanco, el éxito / fracaso).

Se expresan en forma de necesidad (I "Tengo que ...", me veo obligado ... ", etc.).

Cuando establecimos una meta, tenemos emociones que interfieren en el logro del resultado final, lo que afecta el estado de ánimo y el comportamiento en consecuencia. Dan lugar a estados de ansiedad que nos desestabilizan, no nos permiten ser nosotros mismos, no nos permiten trabajar con calma y de la manera correcta. Basura y / o el control es esencial, pero primero tienes que localizarlos. Tener pensamientos y / o desviadas irracionales no es extraño, lo malo es que les permita invaden, persisten y perturban a nosotros mismos. Si usted es frecuente, se podría hacer una lista de pensamientos habituales y negativos y escribir en el pensamiento lateral que corresponde a la situación positiva.

3.2. Tipos de pensamientos más frecuentes e irracionales

A continuación encontrarás una serie de pensamientos más frecuentes e irracionales que se producen en la vida cotidiana y en el arbitraje.

Necesidad de aprobación
La necesidad de conocer por parte del árbitro por parte de terceros al final de un juego, ya que fue su actuación, buscando apreciaciones y aprobaciones para tener una mayor tranquilidad.

En el contexto general de una molestia experiencia de juego si no es aceptado por sus colegas, y por el delegado del Centro Técnico

En un juego no sentirse aceptado en la crítica pública, por los jugadores, por los técnicos.

Como resultado de todo esto, el pensamiento, las acciones y energías será dirigido a encontrar esta aprobación general y no la protección de la partida, los que están distorsionando nuestras características y, por tanto, no teniendo más feeling con la misma.

El éxito personal depende de la perfección absoluta
En el arbitraje, si usted llega a una determinada categoría o si no dirigir partidos importantes, usted piensa que usted no tiene algún valor personal y usted no es perfecto y adecuado.

Nadie está libre de errores, incluso en tareas en las que fue en general competente.

Nadie es bueno y con experiencia en las actividades que comienza a tomar.

Todo el mundo que no ha demostrado buena y competente en la actividad tuvo que hacer sacrificios para convertirse en uno.

Catastrofismo.
Creo que es terrible y catastrófico no alcanzar los objetivos que nos habíamos marcado.

Los deseos no son necesariamente necesitan.

Las consecuencias del fracaso pueden ser extremas: si no se sube a la categoría, dejamos de arbitrar, pero recuerda que: "Querer algo no es necesariamente lo tiene."

El error no es un fracaso.

Entre la lente y el fracaso real hay una gran cantidad de matices.

Esté preparado cuando todas las cosas van en la dirección correcta
Conocer y ser conscientes de que hay personas que no disfrutan de lo que hacen y para alcanzar los objetivos, sino por los errores de otros.

A menudo se piensa que los aspectos negativos de la vida, preparándose para derrotas repentinos que pueden venir, pero no hay certeza de que va a suceder.

Algunas personas piensan que sólo el acceso a la máxima categoría y no la cantidad de sacrificios para invertir.

La fatalidad es incontrolable.
Tenga en cuenta que a veces no se puede hacer nada para evitar situaciones desagradables.

Con demasiada frecuencia, de una asignación fuera de la responsabilidad de los fracasos.

Si usted es de una asignación a los éxitos nacionales, parece egocentrismo.

Casi siempre se cree que el éxito de los demás y su propio fracaso se deben a la intervención de terceros, en cuyo caso sólo está obsesionado por la idea de que la cara de favoritismo.

Pensando en esta última frase no se puede caer en el error de la sed de justicia a toda costa, incluso para que sea de una manera muy superficial.

No podemos controlar todo lo que sucede a nuestro alrededor.

Podemos contribuir a nuestro bienestar sin ser influenciado por factores externos.

La sed de justicia.
Algunos creen que un cierto tipo de persona tiene una naturaleza esencialmente malo, lo que enturbia el potencial y objetivos de los demás y quiere que se haga justicia a toda costa.

Hay árbitros obsesionados de alcanzar un objetivo a toda costa y por eso critican colegas, entrenadores y jugadores que dan a sus defectos, infangandoli. Estos árbitros no deben tener éxito y ser dado de baja, ¿por qué no en sintonía con las directrices dictadas por el comportamiento ético del árbitro

Es posible que algunas personas realmente tienen estas formas de hacer las cosas, pero nuestro trabajo es sólo para condenar, denunciar a los órganos competentes y proceder a nuestras metas y objetivos.

Es más fácil evitar ciertas responsabilidades y dificultades que ellos enfrentan.
Este es el comportamiento de los que creen en el éxito basado en evitar problemas y eximirse de responsabilidad y resolver las consecuencias negativas.

Las generalizaciones.
Estadísticas hacen cuando tienen pequeñas cantidades de datos es como una superstición.

Por ejemplo, creen que con un poco de jurado cosas se pondrán mal porque hemos tenido problemas con ellos en algunos juegos. Tenemos que averiguar las razones por qué las cosas no van de la manera correcta de hacerlo en una futura ocasión las cosas van mejor. Al identificar estas motivaciones y trabajar para cambiarlas, las cosas serán necesariamente mejor.

3.3. Estrategias para el control de los pensamientos irracionales e inconscientes

A) Identificación y sustitución.
Esta estrategia puede ser especialmente útil cuando los pensamientos negativos nos atacan dentro de un juego.

Lo primero que debe hacer es tratar de averiguar cuando estos pensamientos están violando nuestra tranquilidad, reconocerlos, detenerlos, si el caso refleja un momento e inmediatamente recuperar nuestro equilibrio.

La segunda cosa a aplicar es reemplazar el pensamiento negativo con una más positiva, con el fin de llevar el juego de nuevo en marcha.

Las variaciones son infinitas. Destacamos a continuación algunas de las soluciones probables:

Uno tiene la sensación de que un problema que va a pasar - ¿Qué debo hacer? Tomar la decisión correcta en orden, para evitar cualquier situación que complicaría el buen funcionamiento de la carrera.
Definir el problema - ¿Qué debo hacer? - Intervenir en el menor tiempo posible con la autoridad para prevenir el empeoramiento de la situación.
Centrarse en el problema real con cuidado de situaciones que van a crear, centrado y listo para tomar acción.
Condicionarse positivamente contra las respuestas adecuadas como "Yo intervine en el momento adecuado, lo estoy haciendo bien."
Errores verbalización. No han intervenido, tengo que tener más cuidado.
Evaluar por qué estaba en ese tipo de acción: Lo estoy pasando muy bien en las expulsiones, pero debería ser más cuidadoso en el perímetro y trabajar para mejorar este aspecto.

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